Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto


4-2014




“Un pacifico amatore della verità”.
250 anni dopo Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria




Indice


Premessa

Mauro Barberis, Beccaria, Bentham e il creazionismo giuridico

Gaetano Carcaterra, Cesare Beccaria e Chaïm Perelman: logicismo e antilogicismo

Dario Ippolito, Contratto sociale e pena capitale. Beccaria vs. Rousseau

Antonio Punzi, Sorvegliare per non punire? Note su sicurezza e garanzie in Beccaria

Mario Ricciardi, Rodolfo Mondolfo e Cesare Beccaria

Ferdinando Treggiari, Il male necessario. Pena di morte, carcere e altri supplizi a 250 anni da Beccaria

Giovanni Tuzet, Il dilemma della valutazione probatoria: criteri e standard rileggendo Beccaria

Vito Velluzzi, La preziosa ingenuità: Beccaria, lo spirito della legge e il sillogismo giudiziale




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Beccaria, Bentham e il creazionismo giuridico

Mauro Barberis


Abstract

Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria (1764), così come le opere di Jeremy Bentham, illustrano un approccio concettuale e ideologico verso il diritto che potrebbe chiamarsi creazionismo giuridico. La prima e la seconda parte del lavoro si concentrano rispettivamente, sul creazionismo giuridico implicito in Beccaria ed esplicito in Bentham. La terza parte cerca di definire il creazionismo nei termini della concezione continentale del diritto come legislazione, opponendola alla concezione evoluzionistica anglo-americana. Come nelle scienze della natura, così nelle scienze della cultura, il creazionismo si rivela essere una mitologia, superata dal progresso della conoscenza.


Cesare Beccaria’s Dei delitti e delle pene (1764), as well as the works of Jeremy Bentham, exemplify a conceptual and ideological approach to the law to be called legal creationism. First and second part of the paper focuse on the legal creationism implicit in Beccaria and explicit in Bentham, respectively. The third part, finally, attempts to define legal creationism in terms of European-Continental and Latino-American view of law as legislation, by opposing them to the evolutionistic Anglo-American view. As well as in natural sciences, in cultural sciences too creationism proves it a mythology, overcome by the progress of knowledge.




Cesare Beccaria e Chaïm Perelman:

logicismo e antilogicismo

Gaetano Carcaterra


Abstract

In questo saggio l’Autore riflette su un punto critico del pensiero di Beccaria, l’idea cioè che l’applicazione del diritto sia priva di un momento interpretativo, riducendosi questa al semplice sillogismo giudiziale. La nota tesi di Beccaria – che si traduce nel cd. ‘logicismo giuridico’ – verrà messa a confronto con la nuova retorica di Perelman, che al contrario considera la logica del tutto estranea all’interpretazione giuridica. Entrambe le tesi, per l’Autore, identificano erroneamente la logica con il ragionamento apodittico, finendo col concedere alla logica la prima troppo, la seconda troppo poco. Tuttavia, ricercando la dimensione etica che ciascuna delle due teorie sottende, l’aspirazione alla certezza del diritto che anima l’etica garantista è per l’Autore da anteporre ad una teoria, quale quella di Perelman, che, sostituendo all’esigenza di correttezza formale il consenso dell’opinione pubblica, si traduce in mero ‘populismo giuridico’.


In this essay the Author focuses on a pivotal subject in Beccaria’s thinking, i.e. the idea according to which application of rules doesn’t involve interpretation, by consisting it in syllogistic reasoning. The Beccaria’s well known thesis – that of so called ‘legal logicism’ or ‘legal formalism’ – will be put in comparison with the New Rhetoric by Perelman, in which logic is meant to be completely unrelated to legal interpretation. Both the thesis, following the Author, fail to identify logic with apodictic reasoning, crediting too much the logic the first, too little the second. Nonetheless, searching for the ethical dimension underneath, the Author stands for the ideal of rule of law promoted by the aspiration to legal formalism, rather than Perelmans’s theory, in which replacing the quest for formal accuracy with the consensus of public opinion leads to the so called ‘legal populism’.




Contratto sociale e pena capitale. Beccaria vs. Rousseau

Dario Ippolito


Abstract

L’articolo torna ad affrontare la vexata quaestio dell’influenza di Rousseau su Beccaria, con l’obiettivo di superare, attraverso l’analisi concettuale, alcuni equivoci interpretativi passati e recenti. Il confronto tra il pensiero politico del filosofo ginevrino e le tesi di Beccaria è impostato su due piani correlati: quello della dottrina del contratto sociale e quello del giudizio sulla pena di morte. Esaminate le nozioni di «sovranità» e «volontà generale» nei testi dei due autori, l’indagine si sposta sul problema della giustificazione del potere sovrano di uccidere per punire. Sotto ciascuno dei profili considerati, Dei delitti e delle pene rivela la sua alterità rispetto al Contrat social.


The article intends to face the vexata quaestio of Rousseau’s influence over Beccaria, with the purpose of overcoming, through concept analysis, some old and recent interpretive misunderstandings. The comparison between the political thought of the Genevan philosopher and Beccaria’s thesis is built up on two correlated levels: the social contract doctrine and the judgment on the death penalty. After being examined the notions of «sovereignty» and «general will» in both author’s texts, the research moves on to approach the issue about the justification of sovereign’s power towards killing as a punishment. From each of the profiles considered, On Crimes and Punishments reveals its otherness regarding The Social Contract.




Sorvegliare per non punire?

Note su sicurezza e garanzie in Beccaria

Antonio Punzi


Abstract

Può sorprendere il fatto che nella filosofia del diritto penale di Beccaria vi sia un’acuta riflessione sul tema della sorveglianza. L’opera del giurista milanese insegna a declinare l’idea di sorveglianza in modo compatibile con i princìpi del garantismo penale, così mostrando l’erroneità dell’interpretazione, di “Dei delitti e delle pene”, fornita Michel Foucault in “Surveiller et punir”.


It might seem surprising that in Beccaria's philosophy of criminal law there is a brief but meaningful discourse on the topic of surveillance. His work paves the way to the overcoming of the dichotomy between citizens’ rights and surveillance, thus showing the erroneous interpretation of “On Crimes and Punishments” given by Michel Foucault in “Surveiller et punir”.




Rodolfo Mondolfo e Cesare Beccaria

Mario Ricciardi


Abstract

Rodolfo Mondolfo (1877-1976) è stato uno storico della filosofia italiano, un militante socialista e un antifascista. Autore di diversi lavori su Cesare Beccaria, scritti tra gli anni Venti, quando insegnava all’Università di Bologna, e i Quaranta, dopo che fu costretto a lasciare l’Italia per via delle leggi razziali promulgate dal regime. Gli scritti su Beccaria di Mondolfo sono ancora degni di attenzione per lo studioso dell’Illuminismo. Questo saggio sottolinea il valore duraturo del contributo di Mondolfo alla nostra comprensione di Beccaria senza trascurare i limiti di un approccio alla storia del pensiero che non è accettabile dal punto di vista delle metodologie contemporanee.


Rodolfo Mondolfo (1877-1976) was an Italian historian of philosophy, a socialist militant, and antifascist. He is the author of several works on Cesare Beccaria, written between the Twenties, when he was teaching at the University of Bologna, and the Forties, after he was forced to leave Italy due to the racial laws promulgated by the regime. His writings on Beccaria are still worth of attention for the student of the Enlightenment. This essay underlines the lasting value of his contribution to our understanding of Beccaria as well as the shortcomings of an approach to the history of thought that is at odds with contemporary methodologies.




Il male necessario.

Pena di morte, carcere e altri supplizi a 250 anni da Beccaria

Ferdinando Treggiari


Abstract

Alla pena del carcere a vita Beccaria attribuisce un’efficacia deterrente e forse anche un grado di afflizione maggiore della pena di morte. Riflettendo sulle pagine de Dei delitti e delle pene, l’articolo affronta un ventaglio di temi legati al fondamento della pena e alla sua sofferenza: dalle pratiche punitive medievali alle teorie giuridiche giustificative dell’assassinio legale, sino all’invocazione della morte come liberazione dalla segregazione perpetua.


Beccaria ascribes to lifetime imprisonment a stronger deterrent effect and a deeper level of affliction than death penalty. Thinking about Beccaria's On crimes and Punishments, the paper deals with a range of topics related to the foundation of punishment and to its suffering: from Middle-Age punishment practices to legal theories providing justifications for legal murder, to the plea for death as a relief from lifetime imprisonment




Il dilemma della valutazione probatoria:

criteri e standard rileggendo Beccaria

Giovanni Tuzet


Abstract

Il saggio si propone di delineare i profili teorici delle pagine di Beccaria dedicate alla prova penale, facendo riferimento ad alcune questioni vive nel dibattito a noi contemporaneo. Si tratta di incertezza probatoria, probabilità, valutazione delle prove e standard probatori, discutendo in particolare il dilemma della valutazione probatoria, che consiste nella difficoltà di trovare una via intermedia fra la logica del libero convincimento e quella delle prove legali.


The essay aims at highlighting the theoretical aspects of Beccaria’s work on criminal proof, making reference to our contemporary debate. It deals with probatory uncertainty, probability, evidence assessment and standards of proof, discussing in particular the dilemma of evidence assessment, which consists in the difficulty of finding a third way between the logic of free assessment and that of legal proof.




La preziosa ingenuità: Beccaria,

lo spirito della legge e il sillogismo giudiziale

Vito Velluzzi


Abstract

L’articolo riguarda alcune questioni sollevate dalle tesi di Beccaria sul sillogismo giudiziale e sullo spirito della legge. L’intento di questo scritto è, in generale, quello di difendere il nucleo essenziale delle tesi di Beccaria riguardo ai temi appena menzionati e di ribadirne l’importanza per la filosofia del diritto contemporanea. Non è banale, infatti, riflettere sul principio di legalità in diritto penale, specie al fine di sottoporre a controllo l’interpretazione giudiziale. In secondo luogo è ancora utile riconoscere la relazione fra sillogismo giudiziale, eguaglianza di fronte alla legge e imparzialità.


This paper concerns some issues raised by Beccaria’s opinion on judicial syllogism and on the spirit of the laws. The general aim of this essay is to defend the strong core of Beccaria’s point of view about the themes mentioned above and to underline their importance for contemporary legal philosophy. First of all it is not trivial to insist on legality principle in criminal law, especially in order to check judicial interpretation. Secondly it is still useful recognise the relationship between judicial syllogism, equality before the law and impartiality.