Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto
3-2015
Indice
studi
Francesco Mercadante, De Gasperi: cristianesimo e democrazia in Italia dopo l’èra delle tirannidi
Jeremy Waldron, Cinque a quattro: perché le maggioranze semplici decidono nelle Corti? (II)
Daniele M. Cananzi, «Quanto è cieco il furore!». Il realismo del diritto tra verità ed errore, leggendo Manzoni
Francesco D’Urso, Il primato del diritto. Una rilettura dei saggi economico-giuridici di Guido Calogero
Lucio Franzese, La controversia come esperienza giuridica della conciliazione
SPORE
Emil Mazzoleni, Tre argomenti contro l’interpretazione del positivismo come religione secolare
NOTE E DISCUSSIONI
Paolo Becchi, L’ultimo Baratta
Rudi Di Marco, Soggetto e Ordinamento Giuridico. Alla ricerca del «concetto» fondativo e… fondamentale (II)
Flavio Michele Ceci, Privacy e proprietà, nota a margine dell’ultimo volume di Homo sacer
SCHEDARIO
Vittorio Italia, Le malattie delle leggi (D. Di Giacomo) – Vittorio Emanuele Orlando, Parlare in Parlamento (F. Brozzetti) – R. D’Alessandro, F. Giacomantonio, Post-strutturalismo e politica. Foucault, Deleuze, Derrida (A. Lattarulo)
De Gasperi:
cristianesimo e democrazia in Italia dopo l’èra delle tirannidi
Francesco Mercadante
Abstract
Il presente scritto propone una interpretazione del ruolo e della figura dello statista italiano Alcide De Gasperi, a sessant’anni dalla sua morte. In particolare si approfondisce il significato dell’unità politica dei cattolici, a partire dall’opposizione al fascismo di alcune figure eminenti del cattolicesimo politico italiano, con particolare attenzione al voto cattolico in occasione del referendum che sancì la nascita della Repubblica, sino alla rottura dell’unità politica, che si sancisce con il referendum sul divorzio del 1974.
This essay draws a portrait of Italian statesman Alcide De Gasperi, sixty years after his death. Especially, in this essay attention is paid to the so called “political unity of Catholics” in Italy, from De Gasperi’s opposition to Fascism; considerable has been the effort of Catholics for the result of Republic versus monarchy referendum – and that was the first evidence of what the unity of Catholics in politics meant – and the same attention is paid to the “breakage” of the unity of Catholics in politics, in 1974, with the divorce referendum.
Cinque a quattro:
perché le maggioranze semplici decidono nelle Corti? (II)
Jeremy Waldron
Abstract
Le corti, come la Corte Suprema degli Stati Uniti, prendono decisioni importanti sui nostri diritti votando, e spesso la loro decisione è determinata da una maggioranza semplice. Ma il principio della decisione a maggioranza nelle corti non è stato molto investigato. C’è poca letteratura accademica su questo tema e solo una manciata di articoli propongono reali alternative alla decisione a maggioranza nel contesto giudiziario. Come si giustifica quindi la fiducia che viene riposta dai giudici nella decisione a maggioranza? In contesti democratici, la decisione a maggioranza è solitamente difesa individuando tre ragioni: (i) come una procedura di decisione efficiente; (ii) come un modo per raggiungere una decisione che sia oggettivamente migliore; o (iii) come un modo di rispettare il principio di uguaglianza politica. Tuttavia è difficile vedere come uno di questi argomenti spieghi realmente o giustifichi la decisione a maggioranza nel caso di una decisione giudiziale. Per quanto riguarda (i), altre procedure efficienti sono disponibili: vogliamo sapere quindi perché questo tipo di efficienza possa essere privilegiato. Per quanto riguarda (ii), le argomentazioni epistemiche per la decisione a maggioranza non funzionano bene per il tipo di maggioranze che vediamo all’opera nell’attività decisionale della Corte Suprema. Infine, per quanto riguarda (iii), è difficile mettere in opera un argomento basato sull’uguaglianza politica o sulla correttezza politica che funzioni per i giudici non eletti al contrario dei comuni cittadini o dei loro rappresentanti eletti. Dopo aver riflettuto su queste possibilità, l’articolo giunge alla conclusione che i difensori dell’autorità giudiziaria dovrebbero essere per lo meno un po’ più dubbiosi nella loro critica del maggioritarismo democratico.
Courts, such as the U.S. Supreme Court, make important decisions about rights by voting, and often the decision is determined by a bare majority. But the principle of majority decision (Majority Decision) for courts has not been much reflected on. There is very little scholarly literature on this and only a handful of articles proposing alternatives to Majority Decision in the judicial context. So what justifies judges’ reliance on Majority Decision? In democratic contexts, Majority Decision is usually defended on one of three grounds: (i) as a decision-procedure that is efficient; (ii) as a way of reaching the objectively best decision; or (iii) as a way of respecting the principle of political equality. However, it is difficult to see how any of these arguments really explains or justifies Majority Decision in the case of judicial decision-making. Regarding (i), other efficient procedures are available: we want to know why this sort of efficiency should be valued. On (ii), epistemic arguments for Majority Decision do not work well for the sort of bare majorities that we see in Supreme Court decision-making. And, on (iii), it is hard to rig up an argument based on political equality or political fairness that works for unelected judges as opposed to ordinary citizens or their elected representatives. After reflecting on these possibilities, the Essay concludes that, at the very least, defenders of judicial authority should be more tentative in their denunciations of democratic majoritarianism.
«Quanto è cieco il furore!»
Il realismo del diritto tra verità ed errore, leggendo Manzoni
Daniele M. Cananzi
Abstract
Il saggio discute la struttura essenziale del diritto attraverso la riflessione che Manzoni dedica al diritto nella Storia della colonna infame. Il momento processuale, soprattutto per quanto attiene alle sue ragioni e alla scelta dei mezzi di prova, aiuta a comprendere alcuni aspetti essenziali per qualificare il fenomeno giuridico: la terzietà e l’imparzialità, la giustizia, la ricerca della verità. La riflessione illuminista pare trovare proprio in questi aspetti la sua specificità ma anche l’ingenuità che a volte l’ha caratterizzata, con delle eccezioni importanti fra le quali Manzoni forse spicca con il suo realismo giuridico.
This essay talks about essential structure of law through Alessandro Manzoni’s Storia della colonna infame, in which the Italian author discusses some legal aspects. The trial, and its reasons and evidences, help to understand some aspects to qualify law: impartiality, justice, the search for truth. The typical reflection of the Enlightenment seems to find in these aspects its peculiarity as its naivety. Anyway important exceptions can be found, including Manzoni case that perhaps stands out with its legal realism.
Il primato del diritto.
Una rilettura dei saggi economico-giuridici di Guido Calogero
Francesco D’Urso
Abstract
La relazione tra esperienza economica ed esperienza giuridica costituisce uno dei temi più interessanti e più controversi dell’intera produzione scientifica di Guido Calogero. Partendo, infatti, da una critica del binomio marxiano di valore-lavoro ed affermando, nel contempo, l’ineludibile coesistenza di un’essenza coattiva e di una finalità pedagogica nel diritto, il filosofo giunge ad una ricollocazione dell’economia e dello ius che, pur derivando da una chiara matrice idealista, si allontana tanto dalla riduzione crociana quanto dalla prospettivista attualista.
Uno ius che, nella riflessione post-bellica, di fronte alla progressiva e incombente emersione della problematica dei “diritti”, non può non trovare il suo fondamento in un principio etico, e non può che adottare come suo protagonista l’evocativa figura dell’uomo del dialogo.
The link between law and economics is one of the most interesting aspects of the philosophy of Guido Calogero. His economic analysis is based on a criticism of the Marxian vision and redefinition of the concepts of labour, value and will; his idea of law, however, is characterized by the coexistence of coercive nature and educational purpose. Therefore, in the first time, he states that the legal rules do not always express an economic interest, and the law is the ground on which the particularism of the economics can achieve the universality of ethics through the recognition of individual liberties.
Later, after the Second World War, in addressing the issue of “rights”, Calogero sets as the basis of legal experience a moral principle: an idea of the rule of law that determines the primacy of persuasion and dialogue – intimately connected to the law – on coercion and force – relocated under the policy.
La controversia come esperienza giuridica della conciliazione
Lucio Franzese
Abstract
L’esperienza giuridica individua nell’accordo delle parti il modo privilegiato di risoluzione delle liti, risultando complementare quello processuale, fondato sulla sentenza del giudice. Sulla scorta della distinzione teoretica tra conflitto e controversia, l’articolo sostiene che il confronto dialettico tra le parti, che caratterizza la controversia giuridica, garantisce l’attribuzione del proprio di ciascuno e, quindi, la conciliazione delle parti in lite.
Juridical experience identifies the privileged way to solve disputes in the agreement between the parts, leaving a subordinate role to the trial, based upon the judge’s ruling. Following the theoretical distinction between conflict and dispute, the article argues that the dialectical confrontation between the parts, that characterizes juridical dispute, guarantees to each his/her due, and hence the reconciliation of the litigants.
L’ultimo Baratta
Paolo Becchi
Abstract
Tre tappe segnano il percorso intellettuale di Alessandro Baratta (1933- 2002): la filosofia del diritto in senso stretto, la sociologia giuridica e la critica criminologico e la filosofia del diritto in senso ampio.
L’“ultimo Baratta” fa riferimento al tentativo dell’autore di oltrepassare il paradigma criminologico ponendo al centro dell’attenzione il tema dei bisogni e dello sviluppo umano nel contesto di un mondo ormai economicamente globalizzato che ha messo in crisi le identità degli Stati nazionali.
Alessandro Baratta’s (1933-2002) philosophical itinerary is marked by three steps: juridical philosophy, critical studies in sociology of criminology, philosophy of law (in a wide sense).
Baratta’s last contribution is the effort to overcome the criminological paradigm, by focusing his attention on human needs and human development in the globalization and crisis of Nation-State “scenario”.
Soggetto e Ordinamento Giuridico.
Alla ricerca del «concetto» fondativo e… fondamentale (II)
Rudi Di Marco
Abstract
Le «ragioni» del soggetto giuridico e la «causa» della sua stessa soggettività in iure, pongono il cominciamento della riflessione teoretica (e anche teorica) intorno alla persona e al suo esse iuris: quale sia, infatti, il proprium dell’ente giuridicamente capace e quale ne sia, conseguentemente, la causa dell’attitudine alla titolarità di situazioni giuridiche attive e passive, rappresentano questioni di fondo, le quali compendiano in se stesse l’αρχή e il τέλος dell’Ordinamento.
Nella linearità della dicotomia concettuale «soggetto vs. oggetto», invero, s’esprime, sul piano giuridico (e in parte anche normativo), il coglimento della realtà ontologica, ove le cose si distinguono dalle persone non in virtù di accidenti, ma in funzione della loro stessa sostanza razionale. Quest’ultima, infatti, in guisa di attitudine alla razionalità, è propria solo delle persone e loro pertiene dall’inizio della vita (col concepimento) fino alla morte, indipendentemente dal modo di essere e/o dal modo di manifestare capacità fisiche o intellettuali.
Nella prima parte del lavoro verrà affrontato il problema relativo rapporto tra soggettività e personalità di diritto, specialmente in relazione all’art. 1 c.c.; nella seconda parte si studieranno i presupposti e le condizioni della capacità giuridica, con riguardo all’esse subiectum; nell’ultima si considererà la «relazione» tra soggetto e Ordinamento giuridico e si farà cenno alla distinzione concettuale e ontologica tra lo «essere» della capacità giuridica e il «potere» della capacità di agire.
The «reasons» of law’s subject and the «cause» of their subjectivity in iure prepare the ground of the theoretical reflection around the person and its esse iuris: which is the proprium of being juridically capable and which is, as a consequence, the cause of its aptitude for holding rights, represent fundamental issues, which summarize in themselves the αρχή and τέλος of legal System.
In the linear conceptual dichotomy «subject vs. object», indeed, is expressed, at juridical level, the comprehension of ontological reality, where things are different from people, not because of accidents, but according to their same rational substance. In fact, it is, in guise of attitude to rationality, own of people and pertains them from beginning of life (with conception) to death, regardless of way of being and/or by way of manifesting physical or intellectual capacity.
In the first part of the Work we will discuss about relationship between subjectivity and personality of law, particularly towards the Article 1 of Italian Civil Code; in the second part we will study the conditions of legal capacity with regard to esse subiectum; finally, in the last part it will be considered the «connection» between subject of Law and legal System, and the conceptual/ontological distinction between esse of legal capacity and posse of the juridical competence.
Privacy e proprietà, nota a margine
dell’ultimo volume di Homo sacer
Flavio Michele Ceci
Abstract
Questa breve nota è focalizzata sul problema della privacy e della proprietà, attraverso la lettura dell’ultimo capitolo di Homo sacer – L’uso dei corpi. Si esplora qui l’idea di una connessione materiale, al livello del corpo, fra l’esperienza e la sua rappresentazione.
This short note addresses the issue of privacy and propriety through the reading of Giorgio Agamben’s L’uso dei corpi, which the author claims as the last chapter of Homo sacer. The main focus is upon the idea of a bodily connection between the experience and its representation.