Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto
4-2015
Indice
studi
Gaetano Carcaterra, La logica della ricerca giuridica
Alberto Lupoi, Geo-tecno-grafia di altri luoghi (un itinerario dal con-fine allo spazio de-finito)
SPORE
Emil Mazzoleni, La piccola guardiana d’oche: analisi storica e giuridica
NOTE E DISCUSSIONI
Maria Stella Barberi, Ricordando René Girard
Giovanni Cogliandro, Le corti, il legislatore e la ragione pubblica nella filosofia del diritto di Jeremy Waldron
Gianluca Sardi, Il cammino di Robert Nozick verso la meta-utopia
Rudi Di Marco, Soggetto e Ordinamento Giuridico. Alla ricerca del «concetto» fondativo e… fondamentale (III)
SCHEDARIO
Rodolfo Sacco, Il diritto muto. Neuroscienze, conoscenza tacita, valori condivisi (A. Farano) –
Francesco Tava, Il rischio della libertà. Etica, fenomenologia, politica in J. Patočka (V. Mori) –
Roberto Gatti, Il popolo dei moderni. Breve saggio su una finzione (F. Giacomantonio) –
Giorgio Campanini, Giuseppe Capograssi. Nuove prospettive del personalismo (S. Biancu)
La logica della ricerca giuridica
Gaetano Carcaterra
Abstract
L’Autore in questo scritto esamina due diverse articolazioni della logica della scoperta di Popper, utilizzate nel ragionamento giuridico sia per risolvere questioni di fatto che questioni di diritto: il ragionamento per esclusione e il ragionamento per indizi. Nell’uno e nell’altro caso, infatti, si mette alla prova una data ipotesi, la quale viene accreditata scartando le ipotesi alternative, nel caso del ragionamento per esclusione, o confermandola sulla base di certe evidenze, nel caso del ragionamento per indizi. La logica della scoperta è fatta risalire dall’Autore alla retorica classica, i cui esempi, in Cicerone e Quintiliano, dimostrano come fossero acquisiti al senso comune sia il ragionamento per esclusione che quello indiziario (o per abduzione). Entrambi i ragionamenti – sebbene quello per esclusione sia deduttivo, mentre l’abduzione sia induttiva – dimostrano che l’argomentare giuridico approda sempre a risultati provvisori, ma anche che la possibilità del controllo sugli stessi impedisce esiti scettici.
In this paper the Author describes two different kinds of Popper’s logic of discovery, used in legal reasoning in order to solve the quaestio facti as much as the quaestio iuris: reasoning by exclusion and abductive reasoning. In both cases one hypothesis is questioned, and it will be confirmed by excluding alternative solutions, according to reasoning by exclusion, or based on some evidences in abductive reasoning. The logic of discovery is meant to go back to ancient Rhetoric, amongst all Cicero and Quintilian, who demonstrate that this kind of reasoning was deeply known in common sense. Both the forms of reasoning, even if the reasoning by exclusion is deductive whereas the abductive one is inductive, clearly demonstrate that legal reasoning always leads to defeasible outputs, but it also prove that the possibility of control on outputs doesn’t allow to be sceptical about legal reasoning.
Geo-tecno-grafia di altri-luoghi
(un itinerario dal con-fine allo spazio de-finito)
Alberto Lupoi
Abstract
Gli ordinamenti giuridici sono radicati nei confini posti dagli Stati. Il diritto internazionale è la manifestazione del confine, quale segno della identità dello Stato. Ma lo Stato ha lasciato che nei secoli crescesse un “mondo a parte”, che in epoca recente è indicato come sistema finanziario globale. Il mercato è il presupposto di tale sistema. Il mercato ignora il confine, ignora la dinamica divisione-condivisione tipica del confine e, dunque, il riconoscimento dell’altro al di fuori di sé. Il mercato è piuttosto definito dalla tecnica. Questo sovverte le proporzioni del diritto, dimensionato nel confine.
The State recognizes itself within the borders and the international law is the proof of the relevance of the borders for the idea of State. Modern legal systems are deeply connected with the State and therefore with the borders. On the contrary the “global financial system” is focused on the financial markets which do not recognize the “borders”. The Financial markets are multilateral trading systems defined by technical rules, limitless, with no “borders”. The absence of the borders implies to rethink the relation between the law and the financial markets.
Ricordando René Girard
Maria Stella Barberi
Abstract
In questo intenso e commosso ritratto di René Girard (spentosi novantunenne a Stanford, dove aveva a lungo insegnato, il 4 novembre del 2015), viene tracciato, sulla base di ricordi personali, il profilo umano e intellettuale del grande studioso francese e viene brevemente spiegata la dimensione cristiana del suo pensiero e il ruolo che vi svolse l’idea della vittima sacrificale.
In this intense and touching portrait of René Girard (Stanford Professor and eminent French theorist, member of the Académie Française, dead in Stanford, November 4, 2015, at 91), a human and intellectual profile is drawn in which personal memories get together with the explaination of Girard’s thought, with special emphasis on the relationship between the Jewish and Christian Bible, especially the Gospels, and the theory of scapegoat.
Le corti, il legislatore e la ragione pubblica
nella filosofia del diritto di Jeremy Waldron
Giovanni Cogliandro
Abstract
Questo saggio tenterà di valutare diversi approcci al dibattito sulla ragione pubblica con una particolare attenzione alle attività di governo di funzionari e giudici. Waldron suggerisce diversi argomenti normativi contro la pratica condivisa che permette alle corti di rango più elevato di decidere in merito a questioni politiche. Questo potrebbe anche essere inteso come una determinazione ulteriore e insieme un progresso al di là del paradigma delle Corti supreme intese come il Forum della ragione pubblica sviluppato da Rawls.
I giudici sovente discriminano se alcuni concetti giuridici si applichino o meno a particolari gruppi di fatti o a certi casi concreti; essi trattano queste affermazioni di regole o principi come caratteristiche proiettabili sui precedenti.
L’ideale della deliberazione attraverso la comprensione comunicativa condivisa è stato recentemente rivisitato anche con la metafora del romanzo a catena elaborata da Brandom. Questa visione anti-scettica va ben oltre la teoria dei giudici e della giustizia per come sviluppata da Dworkin. Un determinato status giuridico istituito con il riconoscimento dello stesso da parte dell’amministrazione è a sua volta riconosciuto in un altro aspetto da parte dei cittadini. L’affermazione di principio è che classi specifiche di istituti normativi sono comprensibili solo in un contesto fornito dal tipo più fondamentale di normatività discorsiva, il che ne fa essenzialmente una questione di riconoscimento reciproco.
This essay will try to assess different approaches to the debate on the Public Reason with a peculiar focus on the governing activity of officials and judges. Waldron suggests different normative arguments against the shared practice allowing appellate Courts to settle political questions. This could also be intended as a determination and a progress beyond the paradigm of the Supreme Courts as the Forum of Public Reason developed by Rawls.
Judges often discriminate whether legal concepts do or do not apply to particular sets of facts presented by actual cases: they treat these statements of rules or principles as projectable features of prior precedents. The ideal of deliberation trough communicative shared understanding was recently also revisited with the metaphor of the Chain Novel elaborated by Brandom. This anti-skeptic vision goes well beyond the theory of judges and justice developed by Dworkin. A status instituted by recognition of officials is itself being recognized in yet other respects by the citizens. The claim is that specific kinds of normative institution are only intelligible against a background provided by the most fundamental kind of discursive normativity, which is essentially a matter of reciprocal recognition.
Il cammino di Robert Nozick verso la meta-utopia
Gianluca Sardi
Abstract
L’opera di Nozick, Anarchy, State and Utopia – a quarant’anni dalla sua pubblicazione – suscita ancora interesse non solo per le argomentazioni proposte e per le conclusioni avanzate, ma soprattutto perché il filosofo ha saputo dare nuovi contenuti a parole (liberalismo, anarchia, mercato), o a espressioni (giustizia sociale, scelte collettive, diritti individuali) che molto spesso usiamo e che influenzano il nostro modo di essere e di pensare. Influenzano il nostro linguaggio e, perciò, pure se lentamente, il nostro mondo. L’articolo si sofferma sugli aspetti più originali e “rivoluzionari” del pensiero di Nozick, cultore e apostata della fede liberale, in bilico tra libertarismo democratico e timore di deriva anarchica, ideatore di una società utopica, non asfittica, non statica, di un “habitat ideale” dove gli esseri umani possano muoversi e respirare senza sforzo e senza artificio.
Forty years after its publication, Nozick’s book, Anarchy, State and Utopia, continues to arouse great interest. The reason is, above all, because the philosopher was able to clarify and give new meaning to words (liberalism, anarchy, market) or to expressions (social justice, individual rights) which we often use and which often influence our way of being and thinking.
The article, in particular, deals with the most original and revolutionary aspects of the thoughts of Nozick, who is an expert and apostate of liberal faith. He is undecided between democratic libertarianism and fear of the risks of anarchy, in addition to being the mastermind of a dynamic, lively, utopian society, of the ideal habitat where human beings can move around and breathe without struggling and deception.
Soggetto e Ordinamento Giuridico.
Alla ricerca del «concetto» fondativo e… fondamentale (III)
Rudi Di Marco
Abstract
Le «ragioni» del soggetto giuridico e la «causa» della sua stessa soggettività in iure, pongono il cominciamento della riflessione teoretica (e anche teorica) intorno alla persona e al suo esse iuris: quale sia, infatti, il proprium dell’ente giuridicamente capace e quale ne sia, conseguentemente, la causa dell’attitudine alla titolarità di situazioni giuridiche attive e passive, rappresentano questioni di fondo, le quali compendiano in se stesse l’αρχή e il τέλος dell’Ordinamento.
Nella linearità della dicotomia concettuale «soggetto vs. oggetto», invero, s’esprime, sul piano giuridico (e in parte anche normativo), il coglimento della realtà ontologica, ove le cose si distinguono dalle persone non in virtù di accidenti, ma in funzione della loro stessa sostanza razionale. Quest’ultima, infatti, in guisa di attitudine alla razionalità, è propria solo delle persone e loro pertiene dall’inizio della vita (col concepimento) fino alla morte, indipendentemente dal modo di essere e/o dal modo di manifestare capacità fisiche o intellettuali.
Nella prima parte del lavoro verrà affrontato il problema relativo rapporto tra soggettività e personalità di diritto, specialmente in relazione all’art. 1 c.c.; nella seconda parte si studieranno i presupposti e le condizioni della capacità giuridica, con riguardo all’esse subiectum; nell’ultima si considererà la «relazione» tra soggetto e Ordinamento giuridico e si farà cenno alla distinzione concettuale e ontologica tra lo «essere» della capacità giuridica e il «potere» della capacità di agire.
The «reasons» of law’s subject and the «cause» of their subjectivity in iure prepare the ground of the theoretical reflection around the person and its esse iuris: which is the proprium of being juridically capable and which is, as a consequence, the cause of its aptitude for holding rights, represent fundamental issues, which summarize in themselves the αρχή and τέλος of legal System.
In the linear conceptual dichotomy «subject vs. object», indeed, is expressed, at juridical level, the comprehension of ontological reality, where things are different from people, not because of accidents, but according to their same rational substance. In fact, it is, in guise of attitude to rationality, own of people and pertains them from beginning of life (with conception) to death, regardless of way of being and/or by way of manifesting physical or intellectual capacity.
In the first part of the Work we will discuss about relationship between subjectivity and personality of law, particularly towards the Article 1 of Italian Civil Code; in the second part we will study the conditions of legal capacity with regard to esse subiectum; finally, in the last part it will be considered the «connection» between subject of Law and legal System, and the conceptual/ontological distinction between esse of legal capacity and posse of the juridical competence.