Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto


1-2016



Indice


studi

Fabio Ciaramelli, L’Antigone di Hegel tra filosofia del diritto e filosofia della storia

Maria Ausilia Simonelli, La razionalizzazione dell’irrazionale. Un confronto tra Nietzsche e Weber

SPORE

Riccardo Mazzola, Franco Voltaggio Lucchesi: una fenomenologia del bene immateriale


NOTE E DISCUSSIONI

Antonio Punzi, Il realismo storico di Paolo Grossi e i filosofi del diritto

Arturo Carsetti, Epistemologia ed ontologia. Riflessioni a proposito del volume di Giuseppe Benedetti Oggettività esistenziale dell’interpretazione. Studi su ermeneutica e diritto

Natascia Mattucci, L’attenzione alla differenza. In ricordo di Carla Amadio

Flavio Michele Ceci, Utopia ed eccezione. A partire da Kojève e Lacan

Filiberto Brozzetti, Del parlare in Parlamento, tracce per un soggetto mancato

Giorgio Ridolfi, Un nuovo sguardo sulla filosofia kelseniana. Riflessioni su Che cos’è la giustizia?

SCHEDARIO

Enrico Maestri, Lex informatica. Diritto, persona e potere nell’età del cyberspazio (Francesco Biondo) – Paola Chiarella, Giustizia sociale e politica costituzionale nel pensiero di Bruce Ackerman (Leonardo Di Carlo) – Hannah Arendt, Socrate (Valerio Mori) – Laura Bazzicalupo (a cura di), Crisi della democrazia (Alessandro Dividus) – Francesco Carnelutti, La guerra e la pace (Dario Di Giacomo)






***



L’Antigone di Hegel tra filosofia del diritto

e filosofia della storia

Fabio Ciaramelli


Abstract

Nella sua interpretazione dell’Antigone, Hegel ha inteso descrivere la polis greca, in quanto realizzazione immediata della “vita etica”, negli stessi termini che, almeno secondo la sua lettura, erano stato utilizzati da Platone per raffigurare la Città ideale. Hegel finisce così per subordinare l’azione alla produzione intesa come messa in opera di un modello preesistente, disvelato dalla conoscenza teoretica. Ma l’eticità nella Città greca ha ancora un radicamento naturale, il che vuol dire che non è mediatizzata come una conquista dello spirito. Ovviamente, un’affermazione del genere è possibile solo sulla base della teleologia speculativa che regge l’analisi hegeliana. In fin dei conti, perciò, i numerosi riferimenti di Hegel all’Antigone intendono dimostrare l’intrinseca deficienza d’una eticità solo immediata: lo spirito, perciò, deve allontanarsene e superarla. La filosofia della storia si rivela in tal modo come il fondamento ontologico e al tempo stesso l’esito speculativo della filosofia del diritto


In his interpretation of Antigone, Hegel wanted to describe the Greek City, whose life was thoroughly ethical, in the very terms that, at least according to him, Plato had employed to depict the ideal City. The only kind of action at stake in Greek political life was production, namely the realization of a pre-given model grasped by theoretical knowledge. But the ethical life in the Greek City is still rooted in nature: in other terms, it is not yet mediated as a spiritual achievement. Of course, such a statement is only possible through the speculative teleology which dominates Hegelian analysis. Finally, Hegel’s copious references to Antigone are meant to demonstrate the intrinsic deficiency of an immediate ethical life and the necessity for spirit to move beyond it. Here philosophy of history reveals itself as the ontological basis and at the same time the speculative outcome of philosophy of right.




La razionalizzazione dell’irrazionale.

Un confronto tra Nietzsche e Weber

Maria Ausilia Simonelli


Abstract

Il confronto tra Nietzsche e Weber ha assunto, nella letteratura critica, tonalità diverse, persino opposte: alcuni studiosi hanno enfatizzato le corrispondenze nietzscheane presenti nella riflessione weberiana; altri, al contrario, hanno accentuato la distanza tra i due pensatori. Accanto a qualche significativa divergenza, vi è – in realtà – una profonda affinità tra Nietzsche e Weber: non soltanto per quanto concerne le somiglianze tematiche, le consonanze concettuali e le parentele semantiche ravvisabili nelle loro opere, ma anche (e soprattutto) per la comune concezione ontologica che, in quanto tale, permea di sé tutte le altre possibili attinenze. La conoscenza come ermeneutica, il sapere scientifico, la sociologia della religione, la morale, il diritto, la politica ricevono così una nuova luce ed un nuovo inquadramento, che è compito dell’interprete restituire senza forzature e senza pregiudizi, tentando di seguire quella linea di probità intellettuale che è la cifra tanto di Nietzsche quanto di Weber.


In scientific literature, the comparison between Nietzsche and Weber is seen in different, nay opposite ways. Some scholars emphasize their consonance, whereas others stress that an unbridgeable distance exists between them. In fact, besides some significant divergences, there is undoubtedly a profound affinity between the two authors, not only as far as the similarity between their themes, concepts and semantics is concerned, but, first and foremost, for the common ontological conception that permeates the whole of their thought. In this perspective, knowledge seen as hermeneutics, scientific thinking, religion, morals, law and politics achieve new light and find their place in a new framework, that unbiased interpreters are called upon to describe, along that line of intellectual honesty which marks the personality of both Nietzsche and Weber.




Il realismo storico di Paolo Grossi e i filosofi del diritto

Antonio Punzi


Abstract

Il più recente libro di Paolo Grossi, Ritorno al diritto, costituisce un’occasione per riflettere sull’atteggiamento assunto dai filosofi del diritto del XX secolo nei confronti della mitologia moderna della legge.


Paolo Grossi’s most recent book Ritorno al diritto gives the opportunity to reflect about 20th Century Legal Philosophers’ attitude towards the modern Mithology of the Law.




Epistemologia ed ontologia. Riflessioni a proposito del volume di Giuseppe Benedetti. Oggettività esistenziale dell’interpretazione. Studi su ermeneutica e diritto

Arturo Carsetti


Abstract

Nel suo libro Oggettività esistenziale dell’interpretazione Giuseppe Benedetti presenta l’interpretazione come incarnazione del diritto, mostrando la possibile coniugazione tra ricerca dell’oggettività e dimensione esistenziale dell’atto interpretativo.


In his book Oggettività esistenziale dell’interpretazione Giuseppe Benedetti presents legal interpretation as the embodiment of the law and shows the connection between the quest for objectivity and the existential dimension of interpretation activity.




L’attenzione alla differenza.

In ricordo di Carla Amadio

Natascia Mattucci


Abstract

Questo breve saggio ricorda la figura della filosofa politica Carla Amadio attraverso una ricostruzione della sua formazione, della sua attività didattica e dei suoi scritti. Studiosa originale dell’idealismo tedesco e della filosofia politica contemporanea, ha dedicato molti dei suoi lavori all’etica fichtiana, in particolare al rapporto tra morale, politica ed arte. Il filo conduttore dei suoi scritti è rappresentato dall’attenzione alla differenza come apertura incondizionata all’altro nella dimensione dell’ascolto e della cura.


This short essay recalls the figure of the political philosopher Carla Amadio through a reconstruction of her education, teaching activity and writings. Original scholar of German idealism and contemporary political philosophy, she devoted much of her work to Fichte’s ethical thought, in particular to the relationship between morality, politics and art. The central theme of her writings is represented by the attention to difference as unconditional openness to the other in the dimension of listening and care.




Utopia ed eccezione. A partire da Kojève e Lacan

Flavio Michele Ceci


Abstract

Un breve studio sulla teoria dell’eccezione, attraverso la letteratura utopica e la filosofia di matrice idealista: entrambe fondano la propria dimensione politica su di una “esclusione”.


This note briefly addresses the theory of exception in the context of utopian literature and idealistic philosophy: both their political outcomes are grounded into a “fundamental exclusion”.




Del parlare in Parlamento, tracce per un soggetto mancato

Filiberto Brozzetti


Abstract

La retorica come teoria del comportamento offre una lente attraverso la quale è possibile dedurre le regole di un contesto a partire dalle attitudini di un oratore. Il Parlamento è senza dubbio una scena particolare per un oratore, un luogo, invero, votato al parlare: la discussione parlamentare è la prerogativa tradizionalmente primaria e suprema di tale istituzione.

Il presente saggio si concentra sull’attività del parlare in Parlamento in quanto rivelatrice del ruolo dei deputati in Assemblea e sintomatica dello stato di salute dell’istituzione medesima. Dopo una rassegna delle poche opere di dottrina sul nesso polivalente fra retorica e politica nello specifico contesto della discussione parlamentare, il testo tenta di presentare l’analisi condotta dai linguisti sui modi di parlare in Parlamento. Di recente, vari autori hanno trovato nei Parlamenti il “parco giochi” ideale per le loro ricerche, individuando nelle consuetudini, nel tenore e nell’intenzione degli oratori parlamentari veri “atti di identità” che questi esprimevano nei confronti di chi ascolta fuori e dentro la Camera.


Rhetoric as a behavioural theory gives us the right specticles through which it is possible to watch at any kind of speaker and infer the very rules of his environment. For sure, Parliament is a peculiar stage for public speakers, where, actually, it should be all about the speaking: public debate is the traditional paramount and ultimate prerogative of the parliamentary institution.

This essay focuses upon the activity of speaking in Parliament as a clue to investigate the role of MPs within the Assembly and as a symptom of the health condition of the institution itself. After a review of the very few works about the multi-funcional link between rhetoric and politics in the specific context of parliamentary debates, the paper tries to introduce the analysis conducted by linguists over the fashions of speaking in Parliament. Recent authors have found in Parliaments the perfect playground for their research in linguistics, pointing in the habits, tones and moods of speaking MPs true “acts of identity and identification” expressed by them toward the outside and themself.




Un nuovo sguardo sulla filosofia kelseniana.

Riflessioni su Che cos’è la giustizia?

Giorgio Ridolfi


Abstract

La recente pubblicazione di un volume che raccoglie quattro conferenze pronunciate da Hans Kelsen durante il suo periodo americano ci consente di gettare uno sguardo più approfondito sulle vicende dell’evoluzione della dottrina pura del diritto. Le prime due conferenze illustrano con chiarezza qual è il momento in cui si introduce in essa il passaggio dal dualismo di essere e dover-essere a una loro visione sostanzialmente unitaria, mediata dalla distinzione analitica tra causalità e imputazione. La terza conferenza descrive il problematico intrecciarsi, nella dottrina kelseniana, tra i concetti di giustizia, libertà e democrazia, visti nell’ottica di un relativismo positivista dei valori. Nella quarta conferenza, infine, si introduce quella critica del concetto di religione secolare, che trova un’ampia analisi nelle due ultime opere postume di Kelsen, pubblicate negli ultimi anni.


Four lectures, given by Hans Kelsen during his American period, were recently published in a volume. They give us the opportunity to evaluate more thoroughly the evolution of the pure theory of law. The first and the second lecture illustrate clearly the moment in which the transition from a dualism of is and ought to an essentially unitary view of them appears; this view is mediated by the analytic distiction between causality and imputation. The third lecture describes the problematic intersection in Kelsen’s doctrine among the concepts of justice, freedom and democracy, seen in the light of a positivist relativism of values. In the fourth lecture is finally introduced the concept of secular religion, which finds a wide analysis in two Kelsen’s posthumous works, which were published in the last years.